Calci - Guida Turistica

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.: CALCI
 Calci è un comune di 6.004 abitanti della provincia di Pisa. Originariamente borgata del comune di Pisa, venne eretto a comune con regio decreto del 21 luglio 1867. A Calci si trova la Certosa di Pisa che attualmente ospita il Museo di Storia Naturale. Nella toponomastica comune, l'origine del nome di Calci deriva dal latino calx, calcis, ossia calce, largamente presente nelle cave di pietra poste lungo la costa del lungomonte. Il locus calcis è la primitiva espressione del nucleo abitato che si trova nelle documentazioni di epoca romana, e coincise con la valorizzazione dell'industria calcarea. Il borgo sorse al centro della conca di una vallata, disseminata di casolari, corti, romitori, conventi, chiese fra oliveti e selve di castagno, che costituirà nei secoli quella che verrà chiamata la Valle Graziosa. Nell'alto medioevo Calci era un operoso borgo agricolo e industriale insediato sulle sponde del torrente Zambra, dominato dal castello del Vescovo pisano, feudatario della valle. L'olivicultura forniva l'olio finissimo e la Zambra dava la forza idrica per gli opifici. Questa attività era conosciuta con il nome di Arte Bianca ed era una delle più importanti nel paese, insieme all'Arte della Lana, che offriva una pregiata produzione tessile. Altre arti minori erano la raccolta della mortella, il lavaggio della biancheria e la concia delle pelli animali.
  Fin dall'alto medioevo gli eremiti Santi Jacopo e Verano alla Costa d'acqua e Sant'Alessandro vivevano all'ombra di quei boschi nelle spelonche delle pendici verrucane. La santità di questi romiti ebbe così vasta risonanza che si possa presumere che Bernardo da Chiaravalle abbia tradizionalmente visitato quei luoghi, durante il suo soggiorno a Pisa per il Sinodo del 1135. Nel medioevo la vita civica dei calcesani era organizzata in una istituzione comunale composta di sei consoli, rappresentanti delegati di altre comunità sparse nel territorio calcesano, che dal monte si spingeva fino alla sponda destra dell'Arno. La vita gravitava intorno alle chiese di S. Maria a Willarada, chiesa madre non più esistente, e di S. Andrea a Lama. I boschi dei suoi monti erano protetti da leggi molto severe e davano legname ai cantieri navali della Repubblica Pisana. La grande Pieve Romanica fu costruita all'epoca del Vescovo Dalberto, fra il 1080 ed il 1111, anno in cui vi fu deposto il corpo del Santo Patrono Ermolao Martire. Calci si trovò spesso coinvolto, con la sua Fortezza Verrucana, nelle sanguinose, alterne vicende della lunga guerra tra Firenze e Pisa. Fedelissimo alla Repubblica, con Pisa cadde all'inizio del XVI secolo sotto il dominio fiorentino e, nella sconfitta, per punizione non gli venne riconosciuto il diritto all'autonomia comunale e venne aggregato alla comunità di Vicopisano. Dopo oltre due secoli Calci fu distaccato da Vicopisano e riunito a Pisa finché, nel 1867, i calcesani chiesero ed ottennero dal governo di Vittorio Emanuele I la separazione dalla comunità di Pisa e la possibilità di erigersi in comune autonomo.